Cerca nel blog

venerdì 28 marzo 2014

-Va' ad afferrare una stella cadente 1-

Questa mattina vi voglio parlare di una poesia a cui sono particolarmente affezionata per via di due libri che ho letto un po' di tempo fa e che oggi come allora mi riescono a tenere sempre incollata alle pagine: Canzone di John Donne.
Ce ne sono diverse versioni, questa è l'originale:


"Go and catch a falling star,
Get with child a mandrake rott,
Tell me where all past years are,
Or who cleft the devil’s foot.
Teach me to hear the mermaids singing,
Or to keep off envy’s stinging,
And find
What wind
Serves to advance an honest mind.

If thou beest born to strange sights,
Things invisible to see,
Ride then thousand days and nights
Till age snow white hairs on thee.
Thou, when thou returnest, will tell me
All strange wonders that befelt thee,
And swear
No where
Lives a woman true, and fair.
If thou…”

Il primo libro a cui la ricollego è Stardust di Neil Gaiman un'opera meravigliosa di cui mi sono impossessata che ho acquistato qualche anno fa dopo averne visto il film che ha ben poco da invidiare al cartaceo (una volta tanto la trasposizione merita)
La storia ruota attorno al giovane Tristan Thorn, il garzone di una piccola bottega di Wall, una cittadina che segna il confine fra l'Inghilterra del '800 e il magico universo di Faerie, un confine segnato da un muro che pare non avere né inizio né fine.
La domanda ora è: perché mai Tristan avrà attraversato il varco nel muro che mai nessun umano doveva oltrepassare? Ovviamente per amore, il motore di quasi tutte le grandi storie: il giovane, ingenuo e romantico sognatore, promette alla ragazza si cui si è innamorato (non ricambiato, poveretto), tale Victoria Forester, di trovare per lei la stella cadente che insieme avevano visto e quella stessa notte il ragazzo parte per un'avventura che avrebbe cambiato la sua vita più di quanto avesse mai potuto immaginare principalmente grazie all'incontro con... la stella in questione! Ebbene sì perché la stella Yvaine non renderà facile la vita del povero ragazzo e intraprenderà insieme a lui un viaggio di crescita personale, di coraggio e di magia.

Non aggiungo altro alla trama perché se volessi davvero approfondire tanto varrebbe digitare per intero la storia: questo è uno di quei libri che restano con noi per sempre, che non possono essere dimenticati perché li si è letti non solo con la testa ma anche con il cuore.
Il mondo che Gaiman ha creato si presenta magnifico e surreale eppure concreto quanto il nostro perché ogni pagina è una fotografia dell'attimo, anzi un quadro vivo e vibrate di cui pare quasi di sentirne gli odori e i suoni e poi si ricordano facilmente personaggi incredibili e unici come Capitan Shakespeare (interpretato nel film dal grande Rober De Niro), il personaggio che forse più mi è piaciuto sia nel film che nel libro benché le due versioni siano piuttosto differenti.

A parte l'ovvio riferimento alla stella cadente, perché la poesia di Donne è collegata a Stardust?
Innanzitutto perché lo stesso Gaiman la riporta nella sua opera e poi perché i primi versi chiedono di fare cose impossibili eppure qualcuno ci riesce: colui che è nato con la capacità di vedere cose incredibili e magnifiche (forse il figlio di una fata, come Tristan, o forse chi possiede la capacità di immaginare e creare da sé le visioni splendide che va cercando) e che è destinato a viaggiare per diecimila giorni e notti fino a quando, ormai vecchio e canuto, non farà ritorno con i racconti dei suoi viaggi come un giovane garzone che attraversa foreste intricate e cieli in tempesta per giungere a raccontare la sua storia, vissuta perché lui ha osato desiderarla e intraprendere una strada che gli avrebbe mostrato i portenti strani che gli accaddero.

"Va’ ad afferrare una stella cadente,
impregna una radice di mandragola,
dimmi ove son tutti gli anni passati,
o chi fendette il piede del diavolo,
insegnami a udire il canto delle Sirene,
o a evitare la trafittura d’invidia,
e trova
qual vento
occorra per far progredire un animo onesto.
Se tu sei nato a strane visioni,
a veder cose invisibili,
cavalca notti e giorni diecimila,
finché vecchiezza nevichi su te bianchi crini;
tu, al tuo ritorno, mi racconterai
tutti i portenti strani che ti accaddero,
e giurerai
che in nessun luogo
vive donna fedele e bella.
Se ne trovi una, fammelo sapere,
dolce sarebbe un tal pellegrinaggio;
ma no, non dirmelo; io non vi andrei
anche se potessi incontrarla alla porta accanto;
per quanto fosse fedele quando tu l’incontrasti,
e lo rimanesse fino a che tu mi abbia scritto la lettera,
ella però
sarà infedele,
prima ch’io venga, a due o tre."

lunedì 24 marzo 2014

-Vigevano-

Buonasera signori!
Ufficialmente benvenuti nella stagione del "che-cacchio-mi-metto"! Ovvero il periodo dell'anno in cui se vi vestite leggeri avete freddo e se vi vestite pesante avete caldo :D
La vostra Miki si trova attualmente appostata davanti al computer con fazzoletti&tisana calda il giorno successivo ad una gita da dodici ore o giù di lì a Vigevano in cui ha dovuto affrontare venti gelidi e pioggerella fastidiosa finendo con il prendersi il raffreddore (tutto ciò mi ricorda la mia vacanza a Firenze al ritorno dalla quale mi beccai una bronchite ma questa è un'altra storia...).
Ok, lo ammetto: (raffreddore a parte) è stata una giornata fantastica :3

Vigevano è una città vicino a Milano ricca di storia e di cultura: il Duomo dedicato a Sant'Ambrogio, la piazza Ducale e il Castello Sforzesco lo rendono uno dei centri italiani più belli oltre che uno dei più singolari dal momento che ospita l'insolito Museo della Calzatura oltre che una ricca pinacoteca, perlopiù ospitante ritratti, .di artisti nati o vissuti nella città (purtroppo nella pinacoteca le foto erano vietate quindi per ammirarne i dipinti sarete costretti a visitarla di persona, fate questo sacrificio)
Non ho scattato moltissime foto a causa del cattivo tempo ma spero di rendere ugualmente un'idea di cosa Vigevano offra :)




-Piazza Ducale-




-Il Museo della Calzatura-











-Il the-
Dovete sapere poi che a trenta metri dalla Piazza c'è un fantastica cioccolateria che non ha aperto da molto ma che merita davvero una visita :3 Perché il cioccolato... è il cioccolato ** (your argument is invalid) in più lì ho comprato dei the praticamente introvabili! :D
Sono tre varietà di fiori provenienti dalla Cina che immersi nell'acqua bollente si reidrato fino a diventare così:







E voi cosa ne pensate di Vigevano? Conoscevate il Museo della Calzatura? Lo visitereste? :3

venerdì 21 marzo 2014

-Primo giorno di primavera e ohagi-

Buon primo giorno di primavera! :D
Oh... un'attimo... ma era ieri

Ebbene sì, quest'anno il primo giorno di primavera coincidente con l'equinozio, il giorno in cui il sole si trova allo Zenit dell'equatore, è in anticipo di un giorno; questo fenomeno si verifica a causa dell'asse terrestre inclinato e della forma particolare del nostro pianeta che non è esattamente sferico.
In realtà è abbastanza consueto che il giorno reale dell'equinozio risulti precedente a quello ufficiale tanto che per la prossima corrispondenza dovremo aspettare fino al 2102!

Inoltre in Giappone l'equinozio è una festa nazionale ufficiale sia in primavera (春分の日 Shunbun no hi) che in autunno (秋分の日 Shūbun no hi) durante la quale si celebrano riunioni familiari e si vanno a visitare le tombe dei defunti. Pare che la ricorrenza fosse in origine stata ideata dall'imperatore nel VII secolo come giorno di preghiera per ringraziare dell'abbondanza dei raccolti e non è chiaro come sia mutata nei secoli.
La festività si colloca all'interno di un periodo di sette giorni definito Haru No Higan dove "haru" indica il passaggio da una stagione all'altra e una festa analoga ricorre in autunno durante l'Aki No Higan.

Il primo giorno di questa festività si mangia l'ohagi (おはぎ leggi: oaghi), un dolce tipico di farina di riso e di soia ripieno di una marmellata di fagioli dolci anko chiamata azukiLa preparazione è piuttosto semplice anche se io non ho mai provato a realizzarli perché alcuni ingredienti sono di difficile reperibilità ma se vi dovesse capitare di trovarli ecco qui la ricetta:

INGREDIENTI

  • 300g di fagioli rossi già bolliti e spellati (quando una volta ho fatto la pasta di anko avevo usato i fagioli messicani sciacquati accuratamente e poi li avevo frullati perché era praticamente impossibile spellarli...)
  • 330g di zucchero (io avevo ridotto perché non piaceva così dolce quindi direi che anche 270g sono più che sufficienti)
  • due tazze di riso glutinoso (Mochi-gome もち米 che si può trovare nei negozi specializzati sempre che ne troviate uno  ^-^")
  • una tazza di riso bianco giapponese oppure di riso italiano tipo arborio
PROCEDIMENTO
La marmellata azuki:
Mettete i fagioli in una pentola abbastanza alta e fateli cuocere per circa un'ora a fuoco basso girandoli di tanto in tanto e aggiungendo un filo d'acqua perché non attacchino. Con una spatola (o con il frullatore) schiacciateli accuratamente fino ad ottenere una poltiglia piuttosto uniforme quindi aggiungete metà dello zucchero e facendo cuocere a fuoco basso mescolate l'impasto fino a quando non sarà compatto; aggiungete il resto dello zucchero sempre mescolando e continuate a cuocere fino a quando non otterrete la consistenza di un purè di patate.

Il riso:
Mettete i due tipi di riso a bagno insieme per 30min quindi cuoceteli al vapo... ma che cavolo! Mica tutti hanno la vaporiera per il riso! D: Ok, ok, no problema: quando avevo fatto gli onigiri io avevo fatto semplicemente un riso stracotto e si appiccicava abbastanza bene anche se ovviamente non è la stessa cosa... Prendete ora dei pezzi di pellicola per alimenti in modo da evitare che il riso vi si incolli alle mani e fate delle polpette di riso ognuna contente circa 20g di anko (un cucchiaio da minestra circa); gli ohagi si possono poi passare nella farina di soia o nei semi di sesamo per renderli meno a appiccicosi e più semplici da tenere in mano oppure potete invertire ripieno e copertura "rivestendo" il riso con l'azuki e se dovessero avanzare non è un problema perché si possono congelare.

FINE

E voi? Avete mai provato a fare delle ricette tipiche giapponesi o avete mai assaggiato qualcosa di inusuale in un ristorante giapponese? :)

mercoledì 19 marzo 2014

-La festa del papà-

Oggi, 19 marzo, è la festa del papà! (Auguri papà!)
 Per questa ricorrenza ho preparato due torte :3
(e cinque crostatine ^-^")
Be' ma vi do la ricetta di una sola, l'altra è uguale ma con le pere anziché le mele... 
-LA TORTA DEL PAPÀ-
BASE
Ricordate la frolla usata per preparare il cheese-cake? Ecco, quella va benone ;)
Vi riscrivo il procedimento per ogni eventualità ;)
A seconda della teglia che userete potrebbe o meno avanzarvi della frolla ma tanto si conserva in frigo alcuni giorni quindi potete sempre farci dei biscotti il giorno dopo o un'altra crostata.

INGREDIENTI
  • 400 g di farina
  • 250 g di burro
  • 160 g di zucchero
  • 2 tuorli
  • scorza di un limone
PROCEDIMENTO
Formate una fontana con la farina mischiata alla scorza di limone quindi smollate al centro il burro con lo zucchero (basta una botta al microonde tanto poi lavorando con le mani si scioglie bene), aggiungete i tuorli e quindi incorporate la farina impastando i palmi delle mani.
Questo impasto può risultare molto colloso quindi assicuratevi sempre di avere sottomano un po' di farina da spargere sul tavolo e da passarvi sulle mani.
Riponete in frigo fino al momento dell'utilizzo.

FARCIA
Queste quantità vanno bene per una torta "a sé stante", se volete creare una farcia invece vi converrà dimezzare le dosi (io ho fatto due crostate quindi ho utilizzato le quantità standard ripartendola fra le due crostate).
Utilizzate il vasetto dello yogurt per misurare le quantità degli INGREDIENTI:
  • 1 vasetto di yogurt alle mandorle
  • 3 di farina
  • 2 di zucchero
  • ½ di latte e ½ di olio di semi
  • una bustina di lievito per dolci
  • una mela sbucciata e tagliata a fettine sottili e cannella in polvere q.b.
PREPARAZIONE
Aggiungete gli ingredienti in una ciotola nell'ordine che vi ho descritto quindi mescolate tutto con una frusta.
*Ta-daa!* la torta più semplice del mondo! :D
Tenete tutto bene a mente perché io uso spessissimo questa ricetta e probabilmente ne proporrò delle varianti in futuro :3

Quando avrete imburrato e infarinato una teglia rivestitela di frolla e versateci la farcia quindi disponete le fette di mela sulla superficie; non serve spingerle in profondità perché con la lievitazione tenderanno ad andare sul fondo da sole.
Spolverizzate con la cannella e mettete a cuocere nel forno ventilato a 180° per 35min circa.

Ed ecco una crostata di mele dal ripieno morbido e la base croccante :3 per la variante è sufficiente sostituire le pere alle mele e spolverizzare con granelle di cioccolato la torta appena sfornata (io ho messo lo stesso un pizzico di cannella ma voi potete anche non farlo, come vi piace di più ;)

FINE

E questo è il risultato finale:

martedì 18 marzo 2014

-Un dono a sorpresa- terza sorpresa

Buongiorno a tutti! 
Finalmente la sorpresa per Vivy di La mia vita, aspettandoTi... è pronta! 
Ero molto indecisa su come colorarlo ma posso ritenermi soddisfatta u.u


In più colgo l'occasione per ringraziare Simona di HobbysSimo per lo splendido post che ha dedicato alla scorsa sorpresa :)
Ricordate, sono rimasti solo due regali: chi se li aggiudicherà? :3




domenica 16 marzo 2014

-I codici del labirinto-

Cari voi, come state? :3
Ultimamente sono presa bene con i blog di libri: girovagando a casaccio, ma no che dico, alla stramuzzo, ne ho trovati diversi molto interessanti e spesso anche assai divertenti :D
Dunque... visto che l'unico post che mi possa uscire stasera è sui libri (attenzione: userò pochi neuroni perché una buona parte sta ancora rielaborando la lezione di inglese che ho studiato questo pomeriggio...  ) , vi racconterò qualcosa del libro che ho appena iniziato e quando dico appena intendo che sono a pagina 45 o giù di lì xD (ma stasera prima di andare a letto andrò avanti ancora un po', sisì :3)

9696007Ho trovato pareri molto discordanti circa questo libro ma quello che posso dire per ora è che promette bene.
La storia gravita attorno a due ragazze, Alice e Alaïs, legate attraverso i secoli. Alice è una volontaria che aiuta in uno scavo archeologico vicino ai Pirenei, sui monti Sabarthès, e mentre lavora da sola e viene quasi schiacciata da un masso che aveva rimosso e lasciato astutamente in equilibrio precario scopre una caverna misteriosa, l'accesso pare naturale eppure ci sono dei punti troppo lisci perché non vi si riconosca la mano dell'uomo.
Una galleria la porta fino ad una cavità dove la ragazza scopre due scheletri e delle incisioni indecifrabili; qualcosa nelle iscrizioni, negli scheletri, nei pochi effetti personali, se così li si può definire, che essi portavano con sé prima della morte riportano alla mente di Alice dei ricordi fumosi e assopiti che assieme al disagio provocatole da quel luogo, che sente privo del senso di pace e quiete proprio delle tombe, acuisce la sensazione di un pericolo imminente e che lei abbia riportato alla luce qualcosa che non avrebbe dovuto.
Tempo metà capitolo, la storia passa a otto secoli prima, siamo all'alba della crociata contro i Catari della Linguadoca quando la giovane Alaïs sgattaiola fuori dallo Château Comtal.

Ok, e qui mi sono fermata... sono impaziente di leggere il seguito! :3
Dalla trama sull'aletta della copertina e da quello che ho leggiucchiato qua e là ho ricostruito che il legame fra le ragazze sarà costituito da tre libri, dei manoscritti, che formano i Codici del Labirinto ovvero il fondamento della dottrina catara, che il padre di Alaïs aveva portato in Francia in seguito alla prima crociata.
Fra simboli arcani e la consapevolezza di possedere qualcosa di prezioso da proteggere, la storia di Alice e di Alaïs si intreccia nei secoli fra i paesaggi senza tempo della Francia sud-occidentale.

Kate Moss viene definita come l'equivalente femminile di Dan Brown (e io non ho mai letto nulla di Dan Brown xD) e il suo thriller è riuscito ad attrarmi fin dalle prime pagine grazie al senso di sospeso che permea ogni riga: c'è un grande mistero che cova appena al disotto della superficie ma le sue radici sono in profondità, anche quando qualcosa finalmente verrà alla luce sento che sarà solo la punta dell'iceberg! :D
Lo stile è fluido tuttavia temo moltissimo futuri, possibili, lunghissimi scambi di battute in francese: io il francese non lo so! Se mi tirano fuori le cose anche più basilari per me sono solo lettere a caso D: fino ad ora fortunatamente però ci sono stati solo pochi termini e spesso tradotti subito dopo quindi spero in bene.

Questo libro l'avevo trovato in una pigna di tanti suoi gemellini al Salone Internazionale del Libro di Torino e, visto che mi ispirava e non avevo mai letto granché i thriller, avevo deciso di prenderlo.
Ora, piccola parentesi sul Salone: è fantastico *--* il sogno di ogni amante dei libri, libri di tutti i tipi e di ogni autore e... sconti **
Gnuu... quest'anno ho gli esami a giugno quindi dubito di poterci tornare... TT.TT
Nooo... esami maledetti... (Be', magari... una mattina... la posso anche perdere... **)


A questo punto fatemi sapere: cosa ne pensate? Lo leggereste o non è il vostro genere? Siete per caso mai stati al Salone del Libro?

(E a voi l'avevano regalata la Coca-Cola zero all'ingresso chiedendovi se sapeva davvero di Coca-Cola? xD Che poi secondo me la Coca Zero è meglio di quella normale u.u)



venerdì 14 marzo 2014

-Chi ben comincia- #1

Buona sera, in questo momento sto mangiando fragole...

...
Ehi! Non era questo ciò di cui volevo parlarvi! Esatto, io volevo riproporre una rubrica che mi è piaciuta tantissimo e che ho scoperto sul blog di Giusy P. (la potete trovare qui); ecco ciò che accadrà nel resto del post:


    Si prende un libro qualsiasi nella propria libreria (magari è meglio averlo prima letto... xD )
    Si copiano le prime righe (possono essere 10-15 oppure di più... come preferite)
    Si scrive titolo e autore del libro per chi fosse interessato ad acquistarlo
    Si aspettano i commenti
    Eccoci dunque con il primo testo! Per questo mese ho deciso di mostrarvi l'inizio del volume precedente a quello che sto attualmente leggendo:

    Princess of Mars.jpg
    copertina dell'edizione del 1917
    "Sono molto vecchio, non so esattamente quanto. Forse ho cento anni, forse più; ma non posso dirlo perché non sono mai invecchiato come gli altri uomini e non ricordo neppure di aver avuto un infanzia. Fin dove arriva la mia memoria, ricordo di essere sempre stato adulto: un uomo di circa trent'anni. Oggi il mio aspetto è identico a quello di quaranta e più anni fa, eppure sento che non posso continuare a vivere per sempre; che un giorno affronterò la vera morte dalla quale non c'è più resurrezione. Non so perché dovrei temere la morte, io che sono morto due volte e sono sempre tornato in vita ; tuttavia, al suo pensiero, provo lo stesso orrore che provate voi, che non siete mai morti. Ed è a causa di questo terrore della morte -credo- che sono così convinto che morirò.
    E, a causa di questa mia convinzione, mi sono deciso a scrivere la storia degli anni della mia vita e della mia morte. Non so spiegare il fenomeno: posso soltanto scrivere qui, come può scriverla un soldato di ventura, la cronaca degli strani eventi che mi sono accaduti nei dieci anni durante i quali il mio corpo è rimasto celato, agli occhi di tutti, in una caverna dell'Arizona."

    Così dunque comincia "Sotto le lune di Marte" di Edgar Rice Burroughs, un libro che uscì la prima volta nel 1912 ma che nonostante ciò esercita ancora uno strabiliante fascino sui lettori.
    Tecnicamente è un libro di fantascienza ma l'autore ha creato un universo talmente complesso e incredibile da andare a costituire un mondo a sé, come in un fantasy inoltre questo libro era piuttosto difficile da trovare se non in e-book mentre da quando nel 2012 la Disney ha acquistato i diritti della versione cinematografica (che però, diciamocelo, non è che sia il massimo) è stato riproposto in un edizione che raccogli anche i due capitoli successivi (Newton Compton €6,90) il che è molto più comodo ;) 
    Quindi... cosa ne pensate? Fatemi sapere! :D

    mercoledì 12 marzo 2014

    -Un dono a sorpresa- seconda sorpresa

    Salve a tutti!
    Oggi vi presento (finalmente) il secondo premio che va a Simona del blog HobbysSimo e per il quale mi sono ispirata al suo header ;)
    Eccolo qui! :3

    Ci sono ancora tre soli posti, per chi volesse partecipare potete trovare qui il link al post principale :)
    A presto! :D

    martedì 11 marzo 2014

    -corso di giapponese- lezione 04

    Buon pomeriggio a tutti! :D
    Eccoci tornati ad un nuovo appuntamento con il giapponese :D scusate ma l'ho trascurato un po'... prometto di starci più attenta in futuro ^.^"

    Oggi vedremo le vocali allungate, l'uso della doppia consonante e la sillaba /n/ mentre dalla prossima volta potremo cominciare ad affrontare il vero giapponese partendo dall'alfabeto ;)
    Cominciamo! :D

    La lunghezza delle vocali

    PAROLE TRASCRITTE DA HIRAGANA
    In giapponese la lunghezza di una vocale può essere raddoppiata e per indicare tale "vocale tesa" si una posporre la vocale u dopo /o/ e /u/.
    Questa u non si pronuncia /u/ ma semplicemente indica che la vocale precedente dura il doppio rispetto al solito.

    Toukyou (Tokyo, 東京) è pronunciato Tookyoo; la prima e la seconda /o/ sono vocali tese e ciò è particolarmente importante altrimenti l'interlocutore potrebbe capire una parola differente.
    In Roomaji questo allungamento è scritto anche come Tôkyô, Tookyoo oppure Tōkyō.

    Per raddoppiare la lunghezza di vocali come /a/ e /i/ non si usa mai u ma si scrive semplicemente la lettera due volte:
    • subarashii (=meraviglioso 素晴らし)
    • okaasan (=madre ぉかさん anche se la scrittura più usata è お母さん)

    Ultima particolarità: in poche parole la o tesa è scritta o pronunciata oo e non ou, come in Oosaka (Osaka 大阪).

    PAROLE TRASCRITTE DA KATAKANA
    Quando si scrive in Katakana la lunghezza di una vocale è data da una barretta (-) dopo la vocale. Se si scrive in Roomaji non si dovrebbe usare la u in questo caso ma invece ripetere la vocale:
    • biiru (=birra ビール)
    • buutsu (=stivali ブーツ)
    • paatii (=festa パーティー)

    NOTE CIRCA LA FORMA SCRITTA

    Come visto nell'esempio Toukyou, alcune parole possono essere scritte in più modi in Roomaji in base ad un sistema chiamato Hepburn (potete trovare qualche informazione in più qui); è preferibile scrivere Toukyou poiché questo sistema:
    • permette di differenziare la doppia vocale in tooi (=lonza とおい) dalla vocale tesa in Toukyou (とうきおう);
    • permette di scrivere kana e kanji a computer semplicemente digitando le lettere come indicato in Roomaji.
    LA DOPPIA CONSONANTE

    Le consonanti doppie, come in italiano, vengono trascritte due volte in Roomaji mentre per raddoppiarle in Hiragana è necessario posporre alla consonante in questione un piccolo kana "tsu" っ che però non viene pronunciato ma serve solo ad indicare graficamente il raddoppiamento.
    • gakkou (=scuola がっこう)
    • happa (=foglia はっぱ)
    La sillaba /n/

    /n/ è una consonante e anche una sillaba sebbene sia una singola lettera: la divisione in sillabe di konbanwa (=buonasera) risulterà dunque KO-N-BA-N-WA e ascoltando musica giapponese è possibile distinguere come il cantante pronunci la n molto chiaramente.

    Eccoci dunque alla fine di un'introduzione al giapponese durata ben quattro lezioni! :3
    Dalla prossima volta potrete passare allo studio degli Hiragana ;)

    A presto! :D

    domenica 9 marzo 2014

    -Cheese-cake-

    Salve a tutti! :D
    Volevo solo dirvi che a me piace un sacco cucinare e, per la cena a cui parteciperò stasera, ho preparato un cheese-cake da venti persone :3 (*muahahahah* non so perché ma mi sento come una scienziata pazza **)
    Volete la ricetta? :3 (Io ho raddoppiato le dosi ma per tutti i giorni queste sono più che sufficienti... )
    *Ta-daaa!*

    -CHEESE-CAKE ai FRUTTI DI BOSCO-
    BASE
    INGREDIENTI
    • 400 g di farina
    • 250 g di burro
    • 160 g di zucchero
    • 2 tuorli
    • scorza di un limone
    PROCEDIMENTO
    Formate una fontana con la farina mischiata alla scorza di limone quindi smollate al centro il burro con lo zucchero (basta una botta al microonde tanto poi lavorando con le mani si scioglie bene), aggiungete i tuorli e quindi incorporate la farina impastando i palmi delle mani.
    Questo impasto può risultare molto colloso quindi assicuratevi sempre di avere sottomano un po' di farina da spargere sul tavolo e da passarvi sulle mani.
    Riponete in frigo fino al momento dell'utilizzo.

    FARCIA
    INGREDIENTI
    • 600 g di ricotta
    • 3 tuorli
    • 4 albumi
    • 250 g di zucchero
    • 1 cucchiaio di maizena
    • una bustina di vanillina
    • 200 g di marmellata di frutti di bosco
    • una busta di brutti di bosco misti surgelati (e già scongelati)
    • 2-3 cucchiai di succo di limone (1/2 limone)
    PREPARAZIONE
    Sbattete i tuorli con lo zucchero e un cucchiaio scarso di ricotta fino a renderli spumosi quindi aggiungete anche la ricotta rimanente, la farina e la vanillina mescolando bene con una frusta.
    A parte montate a neve ferma gli albumi (*piccolo trucco* per evitare che gli albumi si smontino aggiungete un pizzico di sale prima di cominciare a lavorarli e usate sempre ciotole e attrezzi di metalli o vetro: la plastica tende a trattenere l'unto e se la ciotola non è perfettamente pulita gli albumi fanno molta più fatica ad addensarsi).
    Mescolate con una spatola dal basso verso l'alto fino ad ottenere un composto spumoso quindi versatelo in una teglia tonda che avrete precedentemente rivestito di carta-forno e con la frolla che avevate preparato in precedenza.

    Infornate per 40-45 min a 180° (ventilato) e una volta cotta la torta lasciatela riposare per un'oretta.
    Nel frattempo preparate la marmellata: versatela con il limone in una ciotola e mescolate quindi versate il composto sulla torta e spargete i frutti di bosco prima di far riposare in frigo per almeno 2 ore.

    FINE

    Ed ecco la foto:


    Avevo avanzato della frolla per cui ho fatto delle crostatine con un po' di marmellata d'arancia e delle fette di limone senza buccia che ho poi spolverizzato di zucchero :3
    Non sono carine? :D

    Ok, e ora a voi: cosa avete cucinato ultimamente di bello? °3°
    Fatemi sapere! :D

    sabato 8 marzo 2014

    -Festa della donna-

    Cari voi,
    ma buongiorno! :D

    Questo post lo dedico a tutte le donne poiché oggi è la Giornata internazionale della Donna e non una semplice ricorrenza: oggi 8 marzo si ricordano le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne sia le discriminazioni e le violenze che ancora oggi subiscono in molte parti del mondo.
    Per che volesse saperne di più, qui vi rimando come al solito dalla fida Wiki (che si sa, è donna anche lei ;)



    martedì 4 marzo 2014

    -Un dono a sorpresa- prima sorpresa

    Abbiamo una prima vincitrice! *ding ding ding!*
    La fortunata è una lettrice fissa: Choco (che tuttavia per problemi tecnici si firma sempre come anonimo u.u").
    Per la nostra lettrice, grande appassionata del film Disney Frozen ho preparato questo:


    Il primo premio è stato consegnato ma ricordate che ci sono ancora quattro premi disponibili quindi scrivetemi presto!
    Ciao!
                

    lunedì 3 marzo 2014

    -La ballata letteraria romantica inglese (Lord Randal sei il nostro eroe!)-

    Buona sera! :D
    Oggi vi voglio raccontare cosa ho fatto stamattina a scuola visto che fra le 9:00 e le 11:00 la mia classe ha partecipato ad un concerto-conferenza sulla ballata letteraria romantica inglese e (benché qualcuno anziché addormentarsi silenziosamente abbia rotto le sca... orecchie con il suo brusio) io l'ho trovata molto interessane, motivo per cui vi farò conoscere Lord Randal, quel grande eroe del nostro primo anno di letteratura inglese: uno dei primissimi testi che abbiamo visto in classe era appunto la ballata "Lord Randal" e cominciare la lezione con il lettore a palla su una ballata medioevale ha lasciato il segno xD
    Comunque... cominciamo **

    Innanzitutto il testo (qui avete link per il video mentre Wiki ci viene in aiuto per la traduzione ;):

    "O where ha you been, Lord Randal, my son?
    And where ha you been, my handsome young man?"
        "I ha been at the greenwood; mother, mak my bed soon,
    For I'm wearied wi hunting, and fain wad lie down."
    "An wha met ye there, Lord Randal, my son?
    And wha met ye there, my handsome young man?"
    "O I met wi my true-love; mother, mak my bed soon,
    For I'm wearied wi huntin, and fain wad lie down."
    "And what did she give you, Lord Randal, my son?
    And wha did she give you, my handsome young man?"
    "Eels fried in a pan; mother, mak my bed soon,
    For I'm wearied wi huntin, and fein wad lie down."
    "And what gat your leavins, Lord Randal my son?
    And wha gat your leavins, my handsome young man?"
    "My hawks and my hounds; mother, mak my bed soon,
    For I'm wearied wi huntin, and fein wad lie down."
    "And what becam of them, Lord Randal, my son?
    And what becam of them, my handsome young man?"
    "They stretched their legs out and died; mother mak my bed soon,
    For I'm wearied wi huntin, and fain wad lie down."
    "O I fear you are poisoned, Lord Randal, my son!
    I fear you are poisoned, my handsome young man!"
    "O yes, I am poisoned; mother, mak my bed soon,
    For I'm sick at the heart, and fain wad lie down."
    "What d'ye leave to your mother, Lord Randal, my son?
    What d'ye leave to your mother, my handsome young man?"
    "Four and twenty milk kye; mother, make my bed soon,
    For I'm sick at the heart, and I fain wad lie down."
    "What d'ye leave to your sister, Lord Randal, my son?
    What d'ye leave to your sister, my handsome young man?"
    "My gold and my silver; mother mak my bed soon,
    For I'm sick at the heart, an I fain wad lie down."
    "What d'ye leave to your brother, Lord Randal, my son?
    What d'ye leave to your brother, my handsome young man?"
    "My houses and my lands; mother, mak my bed soon,
    For I'm sick at the heart, and I fain wad lie down."
    "What d'ye leave to your true-love, Lord Randal, my son?
    What d'ye leave to your true-love, my handsome young man?"
    "I leave her hell and fire; mother mak my bed soon,
    For I'm sick at the heart, and I fain wad lie down."

    Eccoci dunque innanzi ad una ballata che ha attraversato l'Europa per poi diffondersi anche in Nord America con i primi coloni e che può essere considerata la ballata più famosa d'Europa.
    Vi sono moltissime versioni come quella umbro-marchigiana:

    Dôve si’ stâ jersira, figliuol mio caro, fiorito e gentil?
    Dôve si’ stâ jersira?
    Sô’ stâ dalla mia dama, signôra mama, mio core sta mal!
    Sô’ stâ dalla mia dama, Ohimè, ch'io moro, ohimè!

    In generale in Italia questa ballata è nota come "Il testamento dell'avvelenato" e le somiglianze con il testo scozzese rendono difficile individuare quale delle due versioni sia la più antica nonostante le prime fonti scritte risalgano probabilmente alla Scozia del XIII secolo.
    Benché sopravvissuto nei secoli, il nostro buon Randal comunque è già destinato a morire visto che domanda alla madre "mak my bed soon" ovvero di preparagli il letto e la morte è la punizione che ha attirato su di sé: nella terza strofa si parla di greenwood cioè del cuore sacro della foresta dove vivono creature soprannaturali e che gli uomini devono rispettare e mantenere intatto; tuttavia Lord Randal ha infranto un grande tabù andando a caccia, violando la sacralità della foresta.
    Altri riferimenti al greenwood si trovano anche in Robin Hood, nascosto nel cuore del bosco, laddove gli uomini non osavano dargli la caccia e in parte riecheggia anche la selva oscura dantesca in quanto luogo impenetrabile ed intricato ma il punto su cui bisogna adesso mettere l'accento è quello del tabù.

    Di tabù infranti è piena la letteratura e un altro esempio lo troviamo nella "Rime of the Ancient Mariner" stavolta non più anonima ma d'autore, S. T. Coleridge, pubblicata nel 1798.
    Sono ben sette capitoli e se li riportassi qui mi ritroverei con un post chilometrico motivo per cui vi lascio il link per la versione inglese a per quella italiana ;) il video con i sottotitoli l'ho cercato (ve lo giuro!) purtroppo non ho trovato nulla di completo ma in compenso c'è questo e sinceramente è una (semplicemente fantastica) versione che non mi aspettavo xD

    Subito all'inizio della Rime troviamo l'espressione "one of three" ed è interessante notare come non sia stato usato "one of many" ma proprio il numero tre: da sempre esso è legato alla sfera religiosa o mistica oltre ad essere praticamente l'unico numero che si pronuncia allo stesso modo in pressoché ogni lingua proveniente dal ceppo indoeuropeo.
    Sempre nella prima parte viene descritta la partenza della nave del Marinaio: "the ship was cheered", si legge, e appare quantomeno bizzarro che un allontanamento sia acclamato con urla di gioia tuttavia quello che il veliero solcherà è il mare della vita e dunque la partenza è simbolo di nascita, fonte di gioia nonostante non si conoscano gli eventi futuri.
    Chissà, forse il Marinaio avrebbe preferito rimanere a terra se avesse saputo cosa lo aspettava: un terribile vento inizia a soffiare, trascinando la nave fuori rotta e addirittura fino al Polo Sud dove questa inevitabilmente finisce intrappolata fra i ghiacci, ogni speranza è perduta; all'improvviso però compare un albatro ("did cross an Albatross") che riporta la speranza ai marinai.

    L'albatro è il messaggero del cielo e dunque di Dio, nonché tradizionalmente la reincarnazione dei marinai morti in mare, e quindi si può considerare rappresentante Gesù con il suo messaggio di salvezza agli uomini tuttavia il Marinaio non accetta né comprende questo messaggio tant'è che uccide l'uccello con la sua balestra: è la bellezza dell'arma, la sua potenza distruttrice, che l'uomo vede e non la pura bellezza di un araldo della Natura oltre che il messaggio di speranza che reca con sé.
    La Natura è amore (e qui però Leopardi non sarebbe esattamente d'accordo ^.^") e se si uccide la Natura si viene puniti infatti la nave finisce in una zona di bonaccia dove viene avvicinata dalla Morte e dalla sua compagna, la Vita-nella-Morte (Life-in-Death), i quali si giocano a dadi le anime dei marinai e Life-in-Death vince l'anima dello sventurato protagonista. (Andate assolutamente a leggervi questa parte perché è veramente da brividi e provate a visualizzare la gentile signora Life-in-Death *fufufu*).
    Il Marinaio è condannato ad una vita perenne di sofferenza e la nave, una volta che Morte e consorte hanno levato le tende, rimane ancora impaludata nella zona di bonaccia, circondata da bestioline striscianti sulla superficie del mare. (Che carine le bestioline striscianti! :3).
    Dopo sette giorni e sette notti all'improvviso però il Marinaio si rende conto che alcune delle creature che circondano la nave, dei serpenti d'acqua, possiedono una bellezza che lui non aveva mai notato e involontariamente le benedice: il sette è il numero di morte e rinascita e infatti l'uomo è tornato alla vita con un cuore nuovo capace di cogliere la bellezza del mondo che lo circonda. Senza Natura non vi è futuro e chi la uccide non ha rispetto per Dio poiché non ha rispetto neanche per se stesso: Coleridge era un panteista e riteneva che Dio fosse presente in ogni cosa, in ogni essere, in ogni uomo ma se non si rispetta ciò che vi è al mondo è perché Dio è morto nel proprio cuore.

    Che gli uomini non riescano più a trovare Dio nel proprio cuore è un punto chiave di una ballata molto più recente ovvero "A Hard rain's gonna fall" di Bob Dylan.

    "Oh, where have you been, my blue-eyed son? 
    Oh, where have you been, my darling young one? 
    I've stumbled on the side of twelve misty mountains, 
    I've walked and I've crawled on six crooked highways, 
    I've stepped in the middle of seven sad forests, 
    I've been out in front of a dozen dead oceans, 
    I've been ten thousand miles in the mouth of a graveyard, 
    And it's a hard, and it's a hard, it's a hard, and it's a hard, 
    And it's a hard rain's a-gonna fall. 
    Oh, what did you see, my blue-eyed son? 
    Oh, what did you see, my darling young one? 
    I saw a newborn baby with wild wolves all around it 
    I saw a highway of diamonds with nobody on it, 
    I saw a black branch with blood that kept drippin', 
    I saw a room full of men with their hammers a-bleedin', 
    I saw a white ladder all covered with water, 
    I saw ten thousand talkers whose tongues were all broken, 
    I saw guns and sharp swords in the hands of young children, 
    And it's a hard, and it's a hard, it's a hard, it's a hard, 
    And it's a hard rain's a-gonna fall. 
    And what did you hear, my blue-eyed son? 
    And what did you hear, my darling young one? 
    I heard the sound of a thunder, it roared out a warnin', 
    Heard the roar of a wave that could drown the whole world, 
    Heard one hundred drummers whose hands were a-blazin', 
    Heard ten thousand whisperin' and nobody listenin', 
    Heard one person starve, I heard many people laughin', 
    Heard the song of a poet who died in the gutter, 
    Heard the sound of a clown who cried in the alley, 
    And it's a hard, and it's a hard, it's a hard, it's a hard, 
    And it's a hard rain's a-gonna fall. 
    Oh, who did you meet, my blue-eyed son? 
    Who did you meet, my darling young one? 
    I met a young child beside a dead pony, 
    I met a white man who walked a black dog, 
    I met a young woman whose body was burning, 
    I met a young girl, she gave me a rainbow, 
    I met one man who was wounded in love, 
    I met another man who was wounded with hatred, 
    And it's a hard, it's a hard, it's a hard, it's a hard, 
    It's a hard rain's a-gonna fall. 
    Oh, what'll you do now, my blue-eyed son? 
    Oh, what'll you do now, my darling young one? 
    I'm a-goin' back out 'fore the rain starts a-fallin', 
    I'll walk to the depths of the deepest black forest, 
    Where the people are many and their hands are all empty, 
    Where the pellets of poison are flooding their waters, 
    Where the home in the valley meets the damp dirty prison, 
    Where the executioner's face is always well hidden, 
    Where hunger is ugly, where souls are forgotten, 
    Where black is the color, where none is the number, 
    And I'll tell it and think it and speak it and breathe it, 
    And reflect it from the mountain so all souls can see it, 
    Then I'll stand on the ocean until I start sinkin', 
    But I'll know my song well before I start singin', 
    And it's a hard, it's a hard, it's a hard, it's a hard, 
    It's a hard rain's a-gonna fall".

    Come in "Lord Randal" abbiamo il dialogo fra una madre e un figlio inoltre vi sono molti riferimenti alla Bibbia, come quella pioggia torrenziale che alcuni hanno interpretato poi come il fall-out delle scorie atomiche, e al simbolismo dei numeri come le dodici montagne nebbiose ("twelve misty mountains") in cui il dodici rappresenta il dialogo con la divinità, tant'è che gli apostoli erano dodici, benché le montagne siano coperte di nebbia e dunque questo contatto non possa avvenire

    C'è anche un probabile riferimento alla Divina Commedia infatti lungo la via si incontrano dei lupi selvaggi che tanto ricordano la lupa che sbarra la strada a Dante rendendo il cammino più arduo oltre al riferimento molto più palese del ramo sanguinante in Inf. XIII dove Pier delle Vigne, morto suicida e mutato in arbusto, racconta la propria storia dopo che Dante gli ha brutalmente staccato un dito rametto da cui comincia a sgorgare del sangue e questo collegamento alla selva dei suicidi rimanda all'idea che l'umanità si stia come suicidando, distruggendo la Natura poiché la sua scompara segnerebbe anche la nostra benché con "martelli gocciolanti" ("hammers a-bleedin'") gli uomini continuino imperterriti la loro opera di distruzione senza nemmeno rendersi conto di aver chiuso il proprio cuore, riempiendolo fino all'orlo di interessi personali e brama di potere.
    Nonostante le incomprensioni e il dolore che vengono narrate nella ballata c'è ancora speranza per l'uomo: una ragazzina dona un arcobaleno che crea una nuova alleanza con quanto c'è di divino al mondo e se si guarda ad esso con la volontà di vederlo allora sarà possibile ritrovare un po' di luce dentro di noi e fare spazio per la comprensione.

    Ho di certo tralasciato qualcosa (molto) di queste ballate senza contare che a seconda dei momenti e delle persone che le leggono o ascoltano possono assumere infiniti significati.
    Spero che sia passato il senso complessivo e che abbiate trovato piacevole e interessante questa interpretazione :)

    A presto! ;)